Tag Archives: verona

La data è ancora incerta – la più gettonata è quella di domenica 20 e lunedì 21 settembre – ma la corsa per le elezioni per rinnovare il Consiglio regionale, di 51 membri, si scalda e scendono in campo altri candidati alla presidenza, come quello del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti e quella di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, Daniela Sbrollini.

In pista per sfidare il presidente uscente Luca Zaia, leghista, alla guida di una amministrazione di centrodestra, in carica da 10 anni dopo due mandati quinquennali, ma con un prolungamento di qualche mese dovuto all’emergenza Coronavirus.

Sei per ora i candidati alla presidenza. Zaia si presenta con la liste della Lega, della Lista Zaia e una di amministratori. C’è un punto di domanda sul proseguire o meno l’alleanza con Fratelli d’Italia, anzitutto, oltre che con Forza Italia. Il leader della Lega Salvini e Zaia hanno posto la condizione della condivisione totale dell’autonomia del Veneto, ma la leader di FdI Giorgia Meloni non vuole condizioni.La battaglia contro Zaia stavolta è tanto più in salita. Anche in considerazione del fatto che la compagine governativa nazionale Pd, Movimento 5 Stelle, Leu e Italia Viva è spaccata in tre, nella corsa per il Veneto. Il Pd sostiene infatti il candidato del Veneto che vogliamo Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, con Verdi, Più Europa, Centro Democratico, Veneto Civico, Volt, Sanca Veneta e Democrazia Solidale.

Sul fronte del Movimento 5 Stelle si candida a presidente Enrico Cappelletti, 52 anni, padovano, già senatore del M5S. «Il mio impegno da presidente del Veneto per il Movimento 5 Stelle è per una Regione migliore», ha detto al lancio della sua candidatura, presenti il ministro Alessandro D’Incà, bellunese, del M5S, e Manuel Brusco, consigliere regionale del M5S, veronese, ricandidato.

«Una Regione che dinanzi a 11.000 capannoni vuoti incentivi l’utilizzo delle strutture esistenti piuttosto che continuare a cementificare sul poco di suolo vergine restante. Una Regione», ha proseguito, «che deve attuare interventi straordinari per la tutela della salute e il contenimento dell’inquinamento. Una Regione che dopo tanti anni di smantellamento della sanità pubblica (25%), pezzetto dopo pezzetto, a favore dei privati, si ponga quale priorità la tutela della salute, attraverso una sanità pubblica (70% riabilitazione), con nomine dei dirigenti per merito e non per contiguità politica».

E a Padova Italia Viva ha lanciato la candidatura a presidente della Regione della senatrice Daniela Sbrollini, 48 anni, di Latiano (Brindisi) presenti la ministra Elena Bonetti, il segretario nazionale del Psi Vincenzo Maraio, il deputato Davide Bendinelli e la consigliera regionale Orietta Salemi, ricandidata. «Siamo di fronte a una situazione che dura da 25 anni, in questa regione», ha detto la Sbrollini. «Ci sono due schieramenti conservatori che tendono a schiacciarsi su posizioni sterili e ideologiche, senza risolvere i veri problemi. La crisi dovuta al Covid-19 ha amplificato le falle in Veneto sotto l’aspetto sociale e sanitario. Le riforme strutturali oggi sono una necessità non più essere rimandabile».Altri due candidati presidenti sono Antonio Guadagnini, di Bassano del Grappa, consigliere regionale, del Partito dei Veneti, e Carlo Costantini, di Veneto Verde.

Fonte: L’Arena del 05/07/2020, di Enrico Giardini

Tags: , , , , , ,

Ad aprile, nel mezzo della pandemia, la denuncia di responsabilità della Regione Veneto nel non aver fermato l’inquinamento della Miteni da Pfas di seconda generazione era passata quasi inosservata. Siccome in due mesi e mezzo la Regione non ha risposto, il Movimento Cinquestelle è tornato all’assalto ribadendo le accuse per la gravissima alterazione delle falde, che – a partire dall’azienda di Trissino ora sotto processo – interessa almeno 300mila cittadini e quattro province venete, Vicenza, Verona, Padova e Venezia.

Nel mirino ci sono GenX e C6O4 prodotti dalla Miteni dal 2013 al 2018 e scoperti nelle acque solo due anni fa dall’Arpav. Dopo le diffide della Provincia di Vicenza, la Miteni aveva interrotto la produzione. Ma era dal 2014 che la Regione aveva rilasciata (dopo un’istruttoria di 16 mesi) l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per la lavorazione di un rifiuto pericoloso contenente GenX, che negli anni successivi sarebbe stato conferito dalla ditta olandese Chemours per un totale di 300 tonnellate. Proprio il GenX sarebbe il sostituto del Pfoa, uno dei Pfas (con numerose applicazioni industriali) che Miteni aveva terminato di produrre nel 2013. Ma Arpav aveva scoperto l’inquinamento da GenX solo nel luglio 2018, dopo che il Ministero dell’Ambiente olandese aveva invitato a verificare la lavorazione della Miteni.

Cinquestelle avevano chiesto come fosse possibile che nessuno se ne fosse accorto prima e chiedevano a che punto fosse la bonifica del sito Miteni, iniziata ormai nel 2013 e non ancora conclusa, sia per quanto riguarda la messa in sicurezza, che la caratterizzazione dell’area, ovvero l’acquisizione di dati attraverso carotaggi.

In assenza di risposte, il candidato presidente regionale, Enrico Cappelletti, ex senatore, ha convocato una nuova conferenza stampa, lanciando la sfida al governatore leghista. “Luca Zaia ha dimostrato che sul tema Pfas non vuol rispondere, come se non stessimo parlando del caso di inquinamento più grave non solo in Italia, ma in Europa, che coinvolge un’area grande come il lago di Garda. Eppure le risposte da dare ai cittadini non sono tante. A che punto è la messa in sicurezza dello stabilimento? Ci sono progetti di bonifica reali? Perché la Regione autorizzò la sintesi della molecola GenX da parte di un’industria già attenzionata, mentre erano già in atto denunce pubbliche, interrogazioni parlamentari ed esposti in Procura? Perché non è stato applicato il Piano regionale di Tutela delle Acque, che dal 2017 prevede la rimozione degli impianti potenzialmente inquinanti in vicinanza di una fonte acquifera?”.

Conclusione di Cappelletti: “C’e una responsabilità politica enorme se l’inquinamento è arrivato a questa portata.”

Il consigliere uscente Manuel Brusco ha poi rincarato: “I lavori di bonifica dell’area Miteni sono rimasti fermi a causa dell’emergenza Covid, mentre i cantieri della vicina Pedemontana Veneta non si sono interrotti. Che fine hanno fatto i 7000 carotaggi annunciati da Zaia, così come le azioni di bonifica?”.

Lo scorso maggio l’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin aveva risposto che la denuncia dell’inquinamento era partita nel 2013 dalla Regione e non dai Cinquestelle, mentre dopo il fallimento della Miteni il Tribunale “ha assegnato con regolare asta pubblica l’area a un soggetto ben preciso, che ha il compito di procedere con la bonifica: noi rispettiamo il lavoro della magistratura e collaboriamo con essa”.

Sonia Perenzoni, candidata al consiglio regionale, ha definito “una barzelletta” il progetto di costruire un muro in cemento lungo 600 metri “che dovrebbe isolare le acque del torrente Poscola dai terreni inquinati: per dividere la falda dal terreno contaminato, è evidente che semmai va costruito un diaframma orizzontale, che separi le superfici”.

Mentre cominciava la conferenza stampa, il commissario per l’emergenza PfasNicola Dell’Acqua, ha diffuso un comunicato della Regione che si limita a rendere conto dei lavori per fornire di acqua pulita gli acquedotti attualmente inquinati dai Pfas. “Non vi sono ritardi rispetto al cronoprogramma” ha detto. Ma nulla ha replicato su bonifiche e acque avvelenate dai Pfas di seconda generazione.

Fonte: ilfattoquotidiano.it del 02/07/2020 – di Giuseppe Pietrobelli _ _

Tags: , , , , , , , , , , , , , , ,