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Sarà Flavio Pinton il capolista padovano del Movimento Cinque Stelle alle prossime regionali. Ha vinto sulla piattaforma Rousseau la sfida interna con l’ex consigliere comunale e candidato sindaco nel 2017, Simone Borile, che però probabilmente nella città del Santo rimarrà comunque il favorito rispetto ai compagni di partito.
Ieri erano tutti a Padova per lanciare la sfida al presidente Luca Zia, capitanati ovviamente dall’aspirante governatore Enrico Cappelletti, padovano anche lui ma ormai vicentino d’adozione.
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«Zaia nello show quotidiano non fa altro che vantarsi dei suoi primati, dimenticandosi però di quanti ultimi posti abbia inanellato in dieci anni di governo, a cominciare dal consumo di suolo in luoghi a pericolosità sismica, idraulica e da frana» le parole di Pinton, candidato sindaco a Mestrino nel 2013, e poi consigliere d’opposizione con il record di presenze del 100% alle sedute consiliari. Dirigente nel ramo commerciale ed edilizio, Pinton è entrato nel gruppo di Cittadella nel 2012, poi la candidatura a Mestrino, dove si è ritagliato un ruolo sempre più importante nel M5S.
«Ambiente, piano dei trasporti e l’assistenza all’impresa. Sono questi i punti su cui io combatterò e per cui m’impegnerò davanti all’immobilismo leghista» aggiunge Borile, che nel mirino però mette soprattutto il candidato del centrosinistra e attuale vicesindaco, Arturo Lorenzoni: «Porterò avanti la mia battaglia contro la seconda linea del tram a Padova. Lorenzoni è il responsabile di una serie di difficoltà in cui versa la città per quanto riguarda la viabilità e la mobilità, che noi vogliamo risolvere».
Accanto a loro anche gli altri candidati padovani: Barbara Sciannamea, Giorgio Burlini, Alessandra Abbaticola, Damiano Biasiolo e Sandra Maritza Escobar. Non si ricandiderà invece il consigliere uscente Jacopo Berti, che probabilmente entrerà in lizza per il Parlamento.
«Abbiamo scelto di correre da soli e senza alleanze perché vogliamo tornare a riprenderci la nostra identità, quella che ci ha portato a governare un paese. È ora di andare ad ascoltare quel 40% di veneti che non va a votare da anni» le parole del candidato presidente, Enrico Cappelletti.