Treviso «Ormai è una partita tutta politica», sostengono con buone ragioni dalle parti di Edizione-Benetton. Se così è, la suddetta partita si sta giocando nell’assordante silenzio del partito di maggioranza molto più che relativa in Veneto, la Lega. Non un fiato. Anche Mario Conte, l’emergente sindaco leghista di Treviso – la città dei Benetton – prende tempo e preferisce non commentare. Tanto che Arturo Lorenzoni, lo sfidante di Luca Zaia per il centrosinistra alle prossime regionali, ieri è sbottato: «Quando c’è un problema, il governatore guarda altrove. Oggi ( ieri, ndr ) in conferenza stampa, alla domanda di un giornalista sulla concessione di Autostrade, ha risposto “non so nulla. Leggo dai giornali”.

La stessa risposta data sul Mose, sui Pfas, sui cantieri della Pedemontana e su molto altro. La vicenda legata alle concessioni autostradali coinvolge uno dei principali gruppi imprenditoriali della nostra regione: rispondere “non so nulla” significa non assumersi la responsabilità di una posizione».

L’unico leghista, guarda caso non veneto, a dire pubblicamente qualcosa sull’argomento è stato l’ex viceministro allo Sviluppo economico, Dario Galli, che se l’è cavata con un salomonico «noi della Lega non stiamo né con i Benetton né contro i Benetton». Salvo poi specificare: «Ma chi gestisce le autostrade non può avere il 50% di guadagno. O la Società Autostrade, con i soldi dei pedaggi, recupera il tempo perduto sulle manutenzioni, oppure, per manifesta inadempienza, gli si toglie la concessione». Non esattamente una dichiarazione di vicinanza.

Randellate su Ponzano e dintorni, come da copione politico, piovono copiose dal cielo dei 5 Stelle. L’ex senatore Enrico Cappelletti, ora candidato alla presidenza della Regione, va dritto al cuore della questione: «Non ci sono dubbi, la revoca delle concessioni autostradali deve essere fatta senza se e senza ma. I Benetton, primi azionisti di Atlantia e Aspi, hanno guadagnato miliardi di euro dei cittadini italiani, alzando i pedaggi al primo starnuto. Miliardi – affonda il colpo Cappelletti – che in parte sono serviti anche a finanziare la politica, e questo forse spiega più di ogni altra cosa le molte resistenze che ha incontrato il M5S nel revocare loro la concessione. I Benetton hanno sempre goduto di un grande sostegno da parte delle forze politiche, il “salva-Benetton”, votato sconsideratamente anche dalla Lega, sta lì a dimostrarlo». La chiusa è un invito alla massima trasparenza: «Siano resi pubblici i nomi dei ministri – reclama Cappelletti – che eventualmente si opporranno alla revoca, perché i morti del Ponte Morandi reclamano giustizia. Adesso i Benetton si mettano l’anima in pace, cedano le loro quote e la smettano di sottrarsi alle loro responsabilità».

Più prudente è la valutazione nel merito di Lorenzoni: «Sulla vicenda Aspi, ma vale per tutte le concessioni, sono convinto che il principale compito dello Stato sia esercitare le funzioni di controllo. Entrare nella proprietà non garantisce di per sé la sicurezza né l’economicità – come il restarne fuori, d’altronde. Ciò che deve cambiare in modo netto è la reale capacità di controllo dello Stato».

Fonte: Corriere del Veneto del 14/07/2020 di Alessandro Zuin