«Zaia boicotta la app Immuni, per lui la propaganda politica è più importante della salute».

È quanto afferma Enrico Cappelletti, candidato presidente della Regione del Veneto per il Movimento 5 Stelle Veneto. E un invito al governatore a collaborare arriva dal ministro pentastellato Federico D’Incà: «Tutte le regioni hanno un rappresentante nel team che si occupa della comunicazione di app Immuni e il sistema sanitario regionale è il soggetto che individua l’utente positivo attraverso il proprio sistema. Viene inserito un codice alfanumerico del soggetto positivo che permette all’app di inviare le notifiche di esposizione al contagio. Non risponde al vero dunque che l’app salti a piè pari il sistema regionale: invito come sempre il presidente Zaia alla collaborazione e a lasciar da parte i facili annunci».

L’APPLICAZIONE

Come noto, dopo la settimana di sperimentazione in quattro regioni l’app Immuni ha debuttato sul territorio nazionale lunedì scorso. L’applicazione per il tracciamento dei contatti, che fa parte della strategia del governo per contenere il coronavirus, si presenta all’appuntamento con numeri in crescita, anche se ancora non molto elevati: 2,5 milioni di italiani, secondo il ministero dell’Innovazione, hanno scaricato l’app, che ora è integrata nel sistema sanitario in tutta la Penisola.

Ma da parte dei vertici della Regione Veneto non si sono sentiti grandi apprezzamenti: «L’app Immuni ha due grandi limiti – ha detto nei giorni scorsi il governatore Luca Zaia – Il primo è che non si sa dove finisce il gran bagaglio di dati, il secondo che rischia di mettere in crisi l’ossatura della sanità».

Parole e atteggiamenti che l’esponente pentastellato Enrico Cappelletti sintetizza così: «Sconcertante boicottaggio posto in essere per soli fini elettorali del presidente della Regione Luca Zaia».

Cappelletti dice che «Zaia sbaglia perché qui la politica non c’entra nulla. Non traccia gli spostamenti e tutela la privacy di tutti. Immuni è gratis e può salvare vite umane. Noi la abbiamo già scaricata assieme ad altre 2 milioni e mezzo di persone».

Fonte: Gazzettino di Venezia del 17/06/2020