«Abbiamo appena incontrato assieme al ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, un imprenditore: ci ha raccontato che ha iniziato 30 anni fa a produrre quei tamponi oggi così utilizzati, ma chi ha iniziato con lui ora ne vende milioni in Corea e Germania, mentre qui non ha avuto sostegno per raccoglierne i frutti industriali. Questa è una perdita per il Veneto e il Paese». Enrico Cappelletti, candidato governatore dei 5Stelle, era col ministro al parco tecnologico Vega di Marghera.

Che clima c’è tra imprenditori?
Le idee sono una più innovativa dell’altra: abbiamo parlato ad esempio di servizi inediti per il turismo. Il futuro del Veneto deve passare dall’innovazione tecnologica e la creatività. Bisogna lavorare alle priorità, e questa lo è, mentre qui in 50 anni si è pensato a costruire capannoni e altro. E si sono persi talenti straordinari: ci sono esempi di aziende nate e cresciute qui ma poi acquisite da colossi esteri.

Per gli elettori voi 5Stelle eravate la forza di rottura, di protesta. Ora siete in campagna elettorale come forza di Governo: cambia?

C’è un po’ di disorientamento nell’elettorato, è vero, ma non certo da parte nostra: abbiamo seguito una linea molto coerente di condivisione delle scelte maturate a livello nazionale, dove io ho avuto modo di collaborare con Vito Crimi. A livello veneto però ci sono scelte politiche su cui i 5Stelle non transigono.

Cosa ritenete inaccettabile?
L’inceneritore di Fusina, ad esempio: siamo da sempre contro i nuovi forni per rifiuti. E poi la Pedemontana veneta con la sciagurata scelta di realizzarla in project financing, con 10 miliardi sprecati rispetto a quelli che potevano essere i reali costi di costruzione e manutenzione per 39 anni. E poi la legge di Zaia di far crescere di 10 unità il numero di assessori regionali (potranno essere nominarli tutti esterni rispetto al Consiglio).

La Pedemontana però è un’opera attesa da decenni.
La chiedeva anche il M5s. Ma si poteva fare e gestire con 3-4 miliardi e invece se ne spendono 13. Il Mose con 5-6 miliardi di costo è un caos nazionale, di questa si tace.

Il male non sta forse all’origine, nel bando e il progetto?
Sì, ma al governo del Veneto c’era anche la Lega, nel 2005-2010. Penso sia stato fatto tutto per giungere a un project financing. Si poteva con un miliardo fare la Spresiano-Bassano, e poi farla sboccare sulla Valdastico.

In quell’epoca, “forzista” più che “leghista”, i tecnici spiegavano che la Pedemontana serviva a by-passare la strettoia dell’A4 ad Altavilla, non ampliabile.
Ma il traffico che viene preso da Pedemontana non è nuovo, non è in più: è lo stesso che oggi da Treviso va a Mestre e poi percorre l’A4.

Siamo in una terra in cui si trovano spesso rifiuti lasciati illegalmente sottoterra o nascosti: avere impianti e inceneritori qui non sarebbe uno sbocco più limpido?
Questo discorso sarebbe stato condivisibile 50 anni fa, ma oggi ci sono altre possibilità anche tecnologiche: dobbiamo ridurre alla base la generazione di rifiuti e per questo va resa difficile la vita a chi li produce.

Rivendicate anche la questione del fondo per i truffati delle banche, ma a che punto è?
Proprio in questi giorni ho sentito il sottosegretario Villarosa, dopo aver incontrato un gruppo di risparmiatori truffati. Posso riferire che l’erogazione degli indennizzi non potrà che iniziare a breve. Ma non si può metterci sullo stesso piano di altri partiti.

Sullo stesso piano di chi?
Mi sono battuto dall’inizio per l’indennizzo ai truffati delle banche venete, chiamando in causa anche Banca d’Italia e Consob: siamo riusciti a convincere tutti e si è giunti a stabilire l’indennizzo. E ci ritroviamo sullo stesso piano di chi era all’assemblea di Veneto banca a dire di votare sì alle proposte del Cda? Io ho fatto l’esposto alla Procura, e ne è nata l’inchiesta, il mio famoso competitor diceva di sostenere i vertici della banca.

Si riferisce a Zaia?
L’hanno riportato tutti i giornali. Anche se è vero che noi con la Lega avevamo raggiunto un accordo basato però sulla nostra proposta: soldi di indennizzo, non sconti fiscali. La procedura poi ha avuto intoppi burocratici, ma sarebbe successo a qualsiasi governo: l’impegno M5s è che adesso gli indennizzi iniziano.

I sondaggi sono per Zaia: come mai, pur essendo insieme al governo, non avete cercato un patto col Pd per unire le forze?
In Veneto ci sono questioni concrete che ci tengono distanti. A livello romano questo è stato superato e si lavora ogni giorno su risultati concreti. Ma qui noi ci opponiamo all’inceneritore e i sindaci del Pd invece sono d’accordo.

E intese con Lorenzoni?
Ma con lui c’è il Pd. E se proponiamo un referendum sui 10 assessori esterni voluti per la Regione Veneto da Zaia e Lega, cioè 10 poltrone in più con costi per 7 milioni, il Pd non può rifiutare le firme dei consiglieri che erano necessarie per fare la consultazione.

Il bilancio della Regione è soprattutto per la sanità: cosa non va e cosa propone?
Siamo su tutti i giornali per un caso terribile di malasanità come quello del Citrobacter a Verona. E ho incontrato maestranze dell’ospedale di Asiago preoccupate per l’ipotesi di chiusura, come sono preoccupati ad Agordo, Pieve di Cadore, o Castelfranco. Si smantella un servizio dopo l’altro. I presidi sanitari, anche periferici, vanno tutelati. E va fatto uno studio epidemiologico preciso sui nessi tra malattie specifiche e il territorio in cui si registrano.

Ha attaccato la Lega anche sul caso dei tre amministratori regionali che avevano chiesto il bonus Covid.
Senza la protesta dei 5Stelle sarebbero stati ricandidati, invece è stata fatta la scelta giusta. Un pochino alla volta stiamo cambiando la cultura di questo Paese.

Fonte:Il Giornale di Vicenza, 08/09/2020