Nessun taglio del nastro e brindisi con il Prosecco per il secondo tratto della Pedemontana veneta. Il low profile scelto dal presidente Zaia ha evitato il confronto con il ministro delle Infrastrutture De Micheli, alle prese con il dossier Autostrade-Atlantia dopo il disastro di Genova.

Il governatore ha annunciato che nel giro di qualche mese apriranno altri tratti in direzione Bassano e poi tra Montecchio e Castelgomberto. Restano due grandi incognite: la galleria di Malo e il raccordo con la A4 a Montecchio, subordinata all’intesa con RfI per l’alta velocità, questione sul tavolo del ministro De Micheli che divide Pd e M5S a Roma.

A Vicenza fa discutere invece il caro-pedaggi. I 12 chilometri tra Malo e Breganze costano 2,2 euro per un’auto, pari a 18 centesimi al chilometro. La tariffa aumenta in base al peso del veicolo. Nella classe successiva si passa a 22 centesimi, poi a 35 e infine per gli autoarticolati si sale a 43 centesimi. Ciò significa che un autotreno dovrebbe pagare 5 euro per quei 12 km. Certo, a Breganze, Schio, Thiene e Malo non vedono l’ora di uscire dal caos della “Gasparona” ma il portafogli piange. A far di conto si è messo Antonio Guadagnini, consigliere regionale e candidato presidente con il Partito dei Veneti, secondo cui sulla A4 Padova-Brescia lo stesso camion paga meno di 2 euro per quei benedetti 12 km. Un’automobile appena 83 centesimi.

I pedaggi della A4 sono meno della metà di quelli della Pedemontana che invece risultano in linea con quelli del Passante di Mestre, gestiti in house da Cav, la holding che tenta inutilmente alleanze con Friuli e Trentino.

Perché questa differenza? Il motivo è chiaro: «La Pedemontana a fronte di un costo di realizzazione di 2,3 miliardi, sarà pagata dalla Regione 12,1 miliardi nell’arco di 39 anni. Soldi da versare al concessionario Sis Dogliano, con la finanza di progetto che ha imposto pedaggi altissimi. La strada dovrà essere attraversata da 40 mila auto e 12 mila camion al giorno per far tornare i conti, ma se i ricavi da pedaggi saranno inferiori al canone di concessione, sarà la Regione a saldare la differenza. E dove li trova i soldi? È probabile che venga introdotta l’addizionale Irpef» sistiene Guadagnini.

Il quadro non è roseo per due motivi: senza il casello di raccordo con la A4 a Montecchio e la galleria di Malo quei 30 chilometri saranno a pieno regime forse fra 3-4 anni. Se l’obiettivo della Pedemontana è spostare il traffico pesante dalla A4 Serenissima verso Nord per raggiungere poi il Friuli, bisogna prima realizzare il tratto Cimpello-Sequals: senza quei 20 km non si arriva al Tarvisio. Questione sul tavolo di Autovie.era meglio un mutuoCome se ne esce? Guadagnini lancia un appello al governo perché sterilizzi Iva e Irap: «Quei 12,5 miliardi sono così suddivisi: 2,5 valore netto dell’opera; 2,5 di Iva e 7,5 miliardi di utile netto ante-imposta per la Sis di Dogliani che diventano 5 pagate Irpeg e Irap. In consiglio regionale ho spiegato che c’era un’altra soluzione: sottoscrivere un mutuo con la Bei a tasso zero. Ce la saremmo cavata con 4 miliardi con un mutuo di 40 anni, invece hanno scelto il project e ci dissangueremo. Chi abita a Bassano non spenderà certo 8 euro al giorno per andare e tornare da Thiene a Schio, anche perché c’era l’impegno di far viaggiare gratis i residenti» conclude Guadagnini.

I GRILLINI ALL’ATTACCO

Nemici storici della Pedemontana sono i grillini, e il candidato presidente Enrico Cappelletti va all’attacco: «In realtà l’opera costerà 12,1 miliardi per il canone di disponibilità, oltre ai 915 milioni di euro pubblici già stanziati. Il totale fa 13 miliardi. Vero è che la cifra comprende i costi di gestione e manutenzione per i 30 anni di concessione, ma non basta a consolarsi. Si sta scivolando verso il 2023 e attendiamo fiduciosi la corrispondente riduzione della durata della concessione, alla luce del fatto che l’opera avrebbe dovuto essere conclusa nel 2018», conclude Cappelletti.

Fonte: Mattino di Padova del 21/06/2020 – di Albino Salmaso